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Ondalternativa.it by Giuseppe Celano

Alcuni vizi sono duri a morire, stessa cosa per altri generi musicali, su tutti il metal. Dato spesso per morto e sepolto e infinite volte resuscitato questa sezione estrema della musica ci ha abituati nel tempo a vestirci di nero (non potrebbe essere altrimenti) molte volte. I Todio, on the road da un decennio e con tre album alle spalle, tornano con “Biomechanical Future Engine” un album onesto che nulla toglie o aggiunge a questo panorama.

I riff sentiti migliaia di volte (Silent Confermed), la voce su tonalità alte, la batteria schiacciasassi sono gli elementi base per un sound sincero e godibile ma senza scossoni che facciano urlare al miracolo (The Cat). La produzione e il sound rimandano ad un concept di tipo teutonico su cui si staglia la versatile voce di Barbara capace di buone soluzioni melodiche. Mostrano muscoli, si muovono a nervi scoperti addolcendo il tutto con tastiere, mai pompose, rifferama classico e qualche trasversale divagazione (Let Me Out) alternata a passaggi più scolastici (A Good Life).

Il mix fra assoli, la produzione leggermente edulcorata e le incursioni in altri stili costringono a tendere l’orecchio per un ascolto approfondito senza bollare velocemente questo lavoro come non riuscito. Il consiglio è di aggiustare il tiro, sulla lunga distanza, purtroppo, l’ombra della ripetitività e alcuni passaggi scontati fanno capolino, per il resto pollice in su per la band di Macerata.

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