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Soundmagazine.it by Paolo Malinverno

Gli anni passano, ma certe sonorità non muoiono mai. Come la musica heavy, che nella sua versione originale trova costantemente adepti pronti a riportarla in auge. In questo caso non stiamo parlando di debuttanti, in quanto i Todio sono sulle scene da più di una decina d’anni con diverse produzioni all’attivo e un nutrito fanbase che li segue costantemente. 

Con “Biomechanical Future Engine” il quintetto apre le sue porte a un nuovo corso, una seconda vita dove le influenze progressive del passato vengono poste nel ripostiglio per dar maggior sfogo alla creatività dei musicisti. Il risultato finale è un disco compatto, dove la scuola heavy tedesca e la brava cantante Barbara sono i suoi fiori all’occhiello. Il loro sound è granitico e dal groove possente, fatto di riff distorti e tempi ben alternati, coadiuvati da tastiere mai invadenti capaci di dare respiro a trame assai intricate. Sulle liriche nulla da eccepire, la cantante sa il fatto suo optando più per tonalità melodiche stile Tarja Turunen (ex voce dei Nightwish) che all’aggressività di Angela Gossow degli Arch Enemy. La strada presa sembra quindi essere quella giusta.